sabato 7 maggio 2011

PRESI DALLE RETI


Tratto da un articolo della rivista “Focus”.

Molte scelte (politica , obesità,felicità) sono influenzate dai nostri rapporti sociali. Ma non su facebook….

E’ possibile che un individuo con 50 mila seguaci su Twitter sia un asociale? Secondo Nicholas Christakis, ricercatore all’ Università di Harvard, la risposta è si. Secondo lui i social network di internet non hanno quasi niente a che fare con le relazioni sociali vere, intime e durature. Per lui, facebook assomiglia più alle telenovelas: con la differenza che le storie in cui possiamo immedesimarci non sono interpretate da attori sconosciuti, ma da persone che conosciamo nella vita reale. Nel suo studio di Boston, Christakis ha risposto alle domande di Focus con passione.


Come fa a studiare le relazioni personali nell’era di internet? I numeri in gioco sono spaventosi…

Col mio team non studiamo le interazioni fra le persone, ma il modo in cui si influenzano l’una con l’altra. Non ci occupiamo dei 6 gradi di separazione (ogni persona può essere collegata a ogni altra, attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari, ndr), teoria già ampiamente dimostrata, ma dei 3 gradi di influenza: le relazioni più intime, che ci collegano con chi ci sta veramente vicino. Le persone che si frequentano si influenzano a vicenda. Lo si osserva facilmente: chi vive con un obeso ha più probabilità di altri di ingrassare. E lo stesso accade con chi vive con un fumatore o con chi ha smesso di fumare. E questo meccanismo agisce spesso anche al di là della conoscenza diretta. Dai nostri studi emerge che ognuno di noi è influenzato nelle proprie scelte e convinzioni non solo dalle persone che conosce, ma anche da quelle che conoscono persone che conosce. L’influenza che abbiamo sulle persone ( e che di conseguenza subiamo da loro) si estende in alcuni casi fino a 3 gradi di separazione.

Vuol dire che le mie convinzioni sono influenzate dall’amico di un mio amico di un mio amico?

Non sempre, ma è possibile. Accade nel caso dell’obesità, che come abbiamo dimostrato si diffonde fino a 3 gradi. Oppure con l’attitudine a smettere o a iniziare a fumare. La spinta a divorziare si estende solo su 2 gradi. Anche la nostra felicità si diffonde in questo modo. Ma l’elemento centrale non è su quanti livelli si diffondono convinzioni, abitudini e stati d’animo. Ciò che importa è che i gradi sono più di uno. E’ questo che rende interessanti le ricerche.

Ma allora non siamo liberi?

In effetti, se è vero- come abbiamo dimostrato- che il suo peso, la sua attitudine al fumo, le sue inclinazioni politiche,perfino la sua felicità, sono condizionate non solo dai suoi amici e parenti, ma anche da centinaia di sconosciuti, allora vuol dire che lei è meno artefice del suo futuro di quanto creda. I nostri destini sono interconnessi e interdipendenti fra loro in una rete difficile da comprendere, ma affascinante sotto il profilo scientifico.

Eppure ognuno di noi partecipa alla definizione del proprio presente. E del proprio futuro…

Esatto. E’ fondamentale che ogni individuo eserciti il proprio libero arbitrio in modo da influire il più possibile su questa sorta di destino comune. Se lei decide di smettere di fumare, questa sua decisione avrà un effetto diretto sulla rete di relazioni fino al 3 livello di conoscenza. Lo stesso avverrà se lei deciderà di dimagrire o ingrassare. Le decisioni che prenderà per se stesso influenzeranno direttamente centinaia, in qualche caso anche migliaia di persone.

Questo avviene solo tra gli uomini o anche tra gli animali?

Ciò che mi ha sempre affascinato delle relazioni fra esseri umani è che essi creano relazioni con altre persone (familiari,colleghi,amici..), persone scelte con cura e non solo a fini riproduttivi: non diventiamo amici di chiunque. Facciamo questo da centinaia di migliaia di anni e sono convinto che questo avvenga per ragioni biologiche molto precise. Anche le formiche lo fanno, ma per motivazioni pratiche. Noi uomini scegliamo di vivere in un’area molto particolare di questa grande rete di interazioni che è solo nostra. Scegliamo gli amici, per esempio, ma non scegliamo colleghi e genitori. Scegliamo, quando ci è possibile, i vicini di casa. Insomma: i motivi che ci portano ad appartenere a quella specifica porzione di questa immensa rete sociale sono vari, ma il punto è che noi esseri umani siamo biologicamente e psicologicamente spinti a entrare a far parte di specifiche reti sociali. E queste reti finiscono per avere un effetto determinante sulle nostre vite.

I social network modificano il nostro modo di influenzare gli altri, o di esserne influenzati?
No. Su facebook, o su altri siti analoghi, la parola “amico” è usata a sproposito. Le persone che fanno parte della sua rete di amici su facebook, o sugli altri network simili, non sono altro che conoscenti. Se chiedessi a mia figlia, di 13 anni, quanti amici ha, lei risponderebbe probabilmente 4, che è la media per una persona di quell’età. E se rivolgessi la stessa domanda a mia nonna, chiedendole quanti amici aveva quando aveva la stessa età di mia figlia, mi darebbe la medesima risposta: 4 amici.
Mia figlia ha internet, un telefonino e tutta una serie di gadget tecnologici che mia nonna non aveva, ma nonostante questo il numero di amici intimi non è cambiato. Negli ultimi secoli abbiamo inventato la stampa, il telegrafo e internet. Ma niente di tutto questo ha modificato la scala delle relazioni sociali fondamentali.

Perché?

Perché ciò che limita o amplifica le interazioni fra gli esseri umani non è la tecnologia, ma la mente e la biologia. Internet non cambia l’influenza che abbiamo sugli altri, così come non cambia la nostra inclinazione ad amare o la nostre attitudine alla violenza. Se un amico la chiama al telefono suggerendole di comprare una bicicletta lei potrebbe prendere la cosa in considerazione. Ma se lo fa uno sconosciuto è ben difficile che lei segua il suo consiglio non le pare? Allo stesso modo, con facebook e gli altri social network possiamo senza dubbio interagire con più persone, ma non le possiamo influenzare.

Ma per restare in contatto con gli amici meno intimi, i social network sono utili….

Per questa fascia di amicizie di secondo livello, chiamiamola così, ammetto che il tasso di contatto e influenza possa beneficiare dei social network digitali. Nel mio ultimo libro abbiamo studiato il problema concludendo che le relazioni digitali sono simili a quelle della vita reale, ma anche diverse. Non modificano il desiderio delle persone di interagire con altre o di influenzarle. Esiste però un nuovo fenomeno, la “enormità”, ovvero la possibilità di influenzare centinaia di migliaia di persone. Il secondo fenomeno che internet rende possibile è la comunalità. La possibilità di collaborare in gruppi molto estesi, come Wikipedia. Il terzo è la specificità, ovvero la possibilità di trovare con rapidità informazioni particolari o di creare relazioni con persone specifiche , come nel caso dei siti di incontri per single(come meetic o badoo) che condividono interessi, religione, convinzioni politiche… questo terzo aspetto ha anche delle controindicazioni. Pensi alle persone depresse, convinte di essere spiate 24 ore su 24 da qualche oscura organizzazione governativa. Oggi con internet possono trovarsi e alimentare insieme la propria paranoia. Il quarto aspetto che rende le relazioni su internet diverse da quelle della vita reale è la virtualità , che consente di adottare un’identità diversa dalla propria: un uomo può fingersi donna in Rete, un disabile può nascondere il proprio handicap.

Ma allora come spiega l’entusiasmo verso i social network?

Col fatto che agiscono e si basano su nostri bisogni primari: l’amore, l’amicizia, l’esigenza di interagire con gli altri e di influenzarli.

Allora la tecnologia non cambierà le nostre relazioni intime neppure in futuro?

Proprio così. Probabilmente internet cambierà l’economia. Ma io ho una sola moglie perché desidero averne una sola e nessuna tecnologia potrà cambiare questo aspetto fondamentale.

Torniamo ai social network: ci dà qualche consiglio su come usarli?
Io uso facebook quasi esclusivamente per interagire con la mia famiglia, i miei amici intimi e i miei studenti. Quindi, prima di tutto: non accettate amicizie da persone che non conoscete già nella vita reale. E non dimenticate che ogni cosa che pubblicate in questi siti rimarrà per sempre. Una gaffe fatta in un bar viene presto dimenticata, me se avviene in rete resta memorizzata per sempre. Nella vita reale, ci ricordiamo alcune cose e ne dimentichiamo altre per motivazioni che spesso nemmeno conosciamo, ma che hanno un significato. I social network interferiscono con questo processo, trasformando in permanente un ricordo che nelle relazioni sociali tradizionali può essere dimenticato o rimosso. La nostra civiltà si è evoluta basandosi su una memoria sociale che non prevedeva questa forma permanente che i social network e in particolare facebook hanno introdotto. Rifletterò su quest’aspetto perché credo che abbia una certa importanza.

Paolo C.Conti

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