giovedì 19 gennaio 2012

FACEBOOK: INCASTRATO DAI MESSAGGI, DELITTO RISOLTO


Traditi da internet da un passo falso su facebook, smascherati da un messaggio. Sempre più spesso la chiave dei gialli è nascosta nelle pieghe del web, dei profili e delle identità virtuali, è successo nel caso del delitto di Antonella Riotino, il suo assassino il fidanzato di 19 anni, Antonio Giannandrea, ha usato un profilo segreto “fake” su facebook con un nome inventato “Rusty Light per tentare un depistaggio, una e-mail alla sorella di Antonella “ho visto chi l'ha rapita” , un messaggio immediatamente intercettato dalle forze dell'ordine che lo hanno identificato.


Antonella Riotino è stata uccisa a pochi metri dalla sua casa, è stata picchiata, soffocata e infine sgozzata, il cadavere di Antonella presentava una profondissima ferita alla gola inferta con un grosso coltello da cucina. Il delitto è avvenuto in strada, poi il giovane Antonio ha fatto rotolare via il cadavere per nasconderlo. Le incomprensioni e i litigi tra Antonio e Antonella andavano avanti da molto tempo, durante questo periodo di incomprensioni, Antonio ha minacciato di morte, Antonella tramite dei messaggi su facebook da un profilo a lei sconosciuto con il nick name Rasta light, che sarebbe poi il nome di un videogame che Antonella aveva regalato al suo fidanzato Antonio.

Tramite questo profilo fake, Antonio ha tentato un depistaggio su facebook inviando un messaggio alla sorella della vittima,con la quale aveva stretto amicizia insieme ad altre sessanta persone per rendere il profilo più attendibile e crearsi un alibi. Lo stesso messaggio che la sorella di Antonella ha poi consegnato in copia ai carabinieri. E così da facebook sono iniziate le indagini della Compagnia di Gioia del Colle e della stazione di Putignano, che hanno risolto il caso persuadendo il giovane a confessare. I militari hanno intuito fin dall'inizio che la soluzione del caso si trovava proprio su facebook, si sospetta anche, che l'assassino sia entrato nel profilo facebook della vittima di cui conosceva e-mail e password aggiornando lo status dopo la sua morte per depistare ulteriormente le indagini e allontanare i sospetti.

Antonio è stato infine tradito dalle evidenti lesioni sulle mani, quando le forze dell'ordine hanno notato le lesioni, e gli hanno chiesto come se le fosse procurate, ha mentito ostentando sicurezza in un primo momento, per poi incominciare a vacillare verso le due di notte dopo ore di interrogatorio per poi ammettere l'omicidio “Si, sono stato io”, riferendo ai carabinieri il luogo esatto dove aveva nascosto il corpo della vittima, in un terreno della periferia di Putignano, dove è stato trovato insieme al cadavere un coltello da cucina che Antonello ha utilizzato per uccidere la sua ragazza.

E' stato quindi un movente passionale quello di Antonio, una storia d'amore difficile , fatta di litigate feroci, incomprensioni, minacce e abbandoni e ritorni di fiamma, ed è stata proprio questa travagliata relazione il motivo del delitto, dopo l'ennesima discussione, dove sicuramente la ragazza avrebbe ribadito ad Antonio che volava lasciarlo.... in quel momento magari è scattato il raptus omicida che lo ha portato alla follia più totale afferrando la vittima per la testa sbattendola contro un muretto, cercando di soffocarla con le mani al collo, per poi terminare con una coltellata mortale sul lato destro del collo.

Nessuno averebbe mai sospettato che Antonio Giannandrea sarebbe stato capace di compiere un delitto, e di avere una doppia vita che lo faceva apparire pubblicamente il fidanzatino bravo e premuroso per poi trasformarsi su facebook in uno stalker.

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